Pubblicato in: As Travars-Recensioni

Fable di Adrienne Young- review party

Benvenut* alla tappa del review party dedicato a Fable. Un grazie enorme a Franci per aver organizzato e alla casa editrice per la copia in anteprima.

Editore Mondadori

Collana Oscar fantastica

Pubblicato 23/05/2023

Pagine 360

Figlia del più potente trafficante dello Stretto, la giovane Fable ha conosciuto un solo luogo che possa chiamare “casa”: una nave ormai colata a picco. Quattro anni prima ha visto la madre annegare durante una terribile tempesta; il giorno seguente il padre l’ha abbandonata su un’isola covo di furfanti. Per sopravvivere Fable ha dovuto imparare a badare a se stessa, senza fidarsi di nessuno e contando solo su ciò che sua madre le ha insegnato. A tenerla viva è il desiderio di lasciare l’isola, ritrovare il padre e rivendicare il proprio posto al suo fianco. Ad aiutarla nell’intento c’è West, un giovane mercante. Fable però si accorge presto che durante la sua permanenza sull’isola i nemici del padre e i rischi connessi alla sua attività si sono moltiplicati; e, come se non bastasse, West non è chi dice di essere. Ma la ragazza non ha scelta: se vuole rimanere viva, dovrà lottare insieme a lui contro pericoli ben peggiori degli uragani che flagellano lo Stretto.

Ero molto entusiasta all’idea di leggere Fable. Sono innamorata della copertina ed ero molto incuriosita dalla trama. Una giovane che ha perso tutto, costretta a cavarsela da sola e a rivendicare il suo posto accanto al più potente trafficante che abbia mai conosciuto. Una ragazza desiderosa di ottenere ciò che è suo e che affronta una serie di pericoli per farlo. Purtroppo, nonostante le premesse siano buone e la trama abbia delle potenzialità, la storia non mi ha particolarmente colpito.

Cosa mi è piaciuto? L’ambientazione sicuramente è molto intrigante, tra isole piene di furfanti, navi, immersioni e un mondo costellato da inganni, gioielli, segreti e bugie. Il gergo navale è davvero molto presente. La giovane protagonista è testarda, determinata a ottenere ciò che vuole, ma purtroppo non salva la storia. Può attirare la lettura all’inizio, ma poi…

Cosa NON mi è piaciuto? Difficile dirlo con precisione, se non voglio scrivere un altro libro al posto di una recensione, ma riassumendo:

Fable è il tipo di libro che sembra partire bene, ma che si perde un po’ andando avanti, tra incongruenze, scene messe a caso, deus ex machina e coincidenze un po’ troppo tirate per essere realistiche. La trama ci potrebbe anche essere, ma doveva essere sviluppata decisamente meglio, perché si perde e già a metà libro, se non a un quarto, non si riesce a comprendere quale sia la direzione. Ci sono poche scene, parecchie prevedibili, come alcune rivelazioni che mi hanno lasciata abbastanza basita nel pensare: “Ah, e tu ora ci sei arrivata a tale conclusione?”

L’andamento della storia è molto piatto e se fosse stata editata, sviluppata e movimentata un po’, anche solo un po’, poteva decisamente risultare una lettura migliore. Potenziale non sviluppato.

I personaggi. Per quanto uno si possa affezionare a loro (ma perché? Come?) molti, se non tutti, sono monodimensionali. West, l’affascinante e misterioso capitano di una nave altrettanto misteriosa. I suoi colleghi e marinai ci sono e non ci sono e non vengono minimamente inquadrati o sviluppati, se non gettando lì due frasi in croce. Fable, in quanto protagonista, è appena più approfondita, ma anche qui, pare ci sia l’intento di fare qualcosa e che poi si perda negli abissi marini.

Rapporti interpersonali. Anche in questo caso, ci sono momenti simpatici, di legame tra i vari personaggi, che però non salvano la lettura. In particolar modo c’è una storia d’amore che viene gettata lì, assolutamente senza nessun motivo, tramite frasi messe a casaccio che sembrano spuntare dal nulla. Dialoghi abbastanza inconsistenti e un finale piuttosto prevedibile nel momento in cui si parla di scorciatoie. Non credo leggerò altri libri di questa saga.

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Sole nero di Rebecca Roanhorse- review party

Benvenut* alla mia tappa del review party dedicato a Sole nero di Rebecca Roanhorse. Un grazie enorme a Franci per aver organizzato l’evento e alla casa editrice per la copia in anteprima che non ha influenzato in alcun modo le mie opinioni.

Disponibile su:     

Collana: Fantastica

ISBN: 9788804749196

588 pagine

Prezzo: € 17,00

Cartaceo

In vendita dal 16 maggio 2023

Nella città sacra di Tova, il solstizio d’inverno è un momento di celebrazioni e rinnovamento, ma quest’anno coincide con un’eclissi di sole, un evento astronomico raro che i Sacerdoti del Sole vedono come una rottura dell’equilibrio globale. Nel frattempo, una nave proveniente da una città lontana sta per arrivare a Tova proprio per il solstizio. La sua capitana, Xiala, una Teek caduta in disgrazia, ha il dono di un Canto in grado di placare le acque e sconvolgere le menti; trasporta un passeggero, Serapio, un giovane cieco, sfregiato, totalmente innocuo. Ma Xiala sa fin troppo bene che, di solito, quando un uomo è definito “innocuo”, finisce per diventare il malvagio della storia. Animata da una serie di personaggi indimenticabili, l’avventura narrata da Rebecca Roanhorse esplora temi come la decadenza del potere, il peso della storia, la lotta degli individui contro le convenzioni sociali e le ferite del loro passato.

Primo libro di una trilogia ispirata alle civiltà pre-colombiane, Sole Nero è una storia che si svolge su molteplici livelli, narrata da più voci narranti, le cui principali sono quella di Naranpa, Serapio e Xiala. Oscillando tra cielo e terra/acqua, letteralmente, tra le vicende di Serapio e Xiala sulla nave e sull’acqua e quelle di Naranpa in cielo e tra il clero, la storia è abbastanza intrigante. Popolata da personaggi complessi, ognuno con i propri obiettivi, capacità e sfaccettature, l’obiettivo della scrittrice è quello di creare un universo sfaccettato, carico di storia e pieno di intrighi. Purtroppo, per me, ci riesce a metà.

Sole nero è un libro che ha grandi potenzialità. Ambientato in un mondo d’ispirazione chiaramente non occidentale e orientale, ci viene detto dalla trama e dalle note che sarebbe d’ispirazione pre-colombiana. Eppure, nell’ignoranza del lettore, la storia poteva essere ambientata ovunque, poiché difficile da individuare, nonostante gli affascinanti mondi e tradizioni descritte. Le ambientazioni, il modo di navigare di ispirazione polinesiana, sono cose che si comprendono solo alla fine, grazie alle note dell’autrice stessa. L’idea della città sacra, dei sacerdoti, dei diversi clan e la convergenza che dovrebbe annunciare l’arrivo del Dio Corvo che avrebbe vendicato il suo popolo dalle violenze subite è estremamente affascinante, ma, purtroppo, resa non benissimo.

Si tratta di un libro di quasi 600 pagine, all’interno del quale la trama si perde e si dipana in maniera poco consistente, con elementi affrettati e poco considerati, un andamento oscillante, certe volte la storia è rapida, altre rallenta senza motivo e con alcuni buchi di trama e deus ex machina presenti. Vengono introdotte, accennate e poi abbandonate a se stesse, sotto trame che saranno, spero, sviluppate meglio nei libri successivi, ma che qui occupano solo spazio e non forniscono molto alla trama stessa, ma che, anzi, la rallentano e la bloccano.

Essendo una lettrice che ama leggere dei libri inclusivi, ero molto entusiasta di questo, dato che era stato celebrato come tale. All’interno di Sole nero c’è, infatti, un protagonista cieco, una donna bisessuale e personaggi non binari. Mi dispiace dirlo, però, ma si tratta di un libro che ha di inclusivo solo il nome. Nel parlare del personaggio bisessuale si ricorre ai soliti preconcetti e stereotipi che li vedono lascivi e disposti a fare sesso con chiunque, i personaggi non binari sono due, esattamente due, e ridott* allo sfondo e anche in questo caso vist* come moralmente ambigu* e capriccios*. Uno dei protagonisti è apparentemente cieco. Scrivo, apparentemente, perché la sua disabilità c’è e non c’è. Si tratta di un personaggio cieco che non si comporta da cieco, fatta eccezione per alcuni stereotipi nuovamente usati come la presenza di un bastone o come si muova. Un personaggio cieco di nomea, la cui cecità pare essere un’espediente narrativo che poi non porta da nessuna parte. Un cieco che però vede e si comporta come un personaggio vedente, la cui disabilità è decisamente poco chiara.

Sole nero è un libro che si presenta con una buona scrittura e una trama interessante, ma che, sfortunatamente, non è al livello di ciò che ci si è preposto. La caratterizzazione c’è, ma non del tutto, si ricorre a stereotipi che avrei preferito non vedere, la trama presenta dei buchi e un andamento oscillante. Si tratta di un libro con un grande potenziale, perché si vede che l’autrice ha fatto le sue ricerche, ma non ha saputo metterle in atto, sia nelle descrizioni, che nelle caratterizzazioni o nello svolgimento della trama stessa.

Mi dispiace dirlo, ma nonostante la presenza di molti personaggi, sono riuscita ad affezionarmi a nessuno di loro e ho trovato le relazioni interpersonali poco sviluppate o non necessarie ai fini della trama. Purtroppo non continuerò questa saga.

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The jasmine throne- Il trono di gelsomino di Tasha Shuri- Review party

Benvenut* alla mia tappa dedicata a Il trono di gelsomino di Tasha Shuri. Un grazie enorme a Franci per aver organizzato e alla casa editrice per la copia in anteprima!

Genere Fantasy

Collana Collezione Immaginario Fantasy

Ciclo The Burning Kingdoms

Anno 25 aprile 2023

Pagine 528

Esiliata dal dispotico fratello, la principessa Malini passa le giornate tra le mura di un tempio in cui è tenuta prigioniera, sognando la sua vendetta. La giovane Priya, invece, tiene nascosta la sua identità e lavora come serva nella dimora dell’odiato reggente. Ma quando Priya viene assegnata alle stanze di Malini e quando quest’ultima scopre la vera natura dell’altra, i loro destini si intrecciano irrimediabilmente. Una principessa che vuole rubare il trono al fratello e una serva in possesso di una magia proibita che cerca disperatamente di salvare la propria famiglia. Insieme, metteranno a ferro e fuoco l’impero.

The Jasmine Throne – Il trono di gelsomino dà inizio a una trilogia fantasy ambientata in un mondo ispirato alla storia e alle leggende indiane, in cui una principessa spietata e una potente sacerdotessa diventano delle improbabili alleate “in questo racconto ferocemente e sfacciatamente femminista” (S.A. Chakraborty).

Priya è una giovane serva, che lavora alle dipendenze del reggente del suo paese. Quando l’amica Sima le suggerisce di candidarsi con lei per occuparsi di una prigioniera rinchiusa nell’Hirana, Priya decide di accettare, nonostante quel luogo sia pieno di ricordi che preferirebbe non rievocare. Malini è la sorella dell’imperatore Chandra e, a causa di un complotto per rimuoverlo dal trono, ha perso ogni cosa e ora lotta per sopravvivere. Quando un’aggressione improvvisa spinge Priya a usare i poteri che ha lottato per tenere nascosta e viene sorpresa da Malini, ogni cosa cambia. Le due giovani inizieranno un rapporto fatto di vulnerabilità, menzogne, accurate rivelazioni e mezze verità, girando intorno l’una all’altra, servendosi a vicenda e cercando di comprendere, man mano che il rapporto si approfondisce, cosa provano l’una per l’altra e, soprattutto, se sono in grado di anteporre se stesse ai loro desideri e destini.

Primo libro di una trilogia d’ispirazione indiana, la storia è ambientata in un regno controllato da un crudele imperatore, all’interno del quale c’è un netto divario socio-economico e dove la popolazione dell’antico regno di Ahiranya lotta contro le disposizioni che li vogliono privati della loro cultura, lingua e identità. Un regno dove una pestilenza sta colpendo la popolazione e contro la quale non c’è alcun tipo di cura e dove i ribelli sono disposti a tutto pur di riprendere il potere del regno di Ahiranya. In questo contesto si muovono i personaggi di Priya e Malini, Sima e Bhumika, Rukh e Ashok, in un mondo dove la magia è connessa alle acque e alla terra e dove per ottenerla si rischia la vita, dove lealtà e menzogna si intrecciano e dove ogni cosa è sul punto di cambiare un intero impero.

La storia viene narrata da molteplici punti di vista, ma principalmente da Priya e Malini, i cui destini s’intrecciano, tra sotterfugi, menzogne, magia e ribellioni. Priya è una giovane sacerdotessa, ma che vuole dimenticare il suo passato e ciò che ha perso. Ritornare sull’Hirana, però, significa riconnettersi a un luogo e a una magia che credeva aver perso e che la spingerà a scontrarsi con iribelli, a partecipare a una lotta inaspettata e a venire coinvolta in una storia alla quale non era preparata. Malini, giovane principessa cresciuta a corte, tra ricchezze e bellezze, è determinata a fare ciò che è giusto per il proprio popolo, anche se il suo tentativo di spodestare il fratello dal trono la porta ad essere una prigioniera, lentamente lasciata morire. L’incontro con Priya, la sua presenza e aiuto cambieranno ogni cosa per entrambe.

Il trono del gelsomino è una storia che si muove su più fronti, meravigliosamente intricata, ma senza risultare confusionaria o complicata da seguire. Ci sono intrighi politici e di corte, ribellioni in atto, una pestilenza che sta lentamente decimando una popolazione, una violenta misoginia e un estremo razzismo nei confronti degli abitanti di Ahiranya, popolazione violentemente annessa al regno, la cui cultura, lingua e abitudini sono costantemente minacciate e cancellate. In un mondo dove essere se stessi, sia essere Ahiranyi, che avere un’altra religione, che essere sacerdoti o donne non obbedienti può significare la morte, Priya, Malini e l’amica di Priya, Bhumika, si muovono attentamente, tra sotterfugi, sacrifici e menzogne, lottando nell’oscurità per proteggere le persone che amano, salvare se stesse e l’impero stesso.

Il sistema magico è molto particolare e legato alla montagna, l’Hirana, la cui connessione con Priya è sempre stata forte e importante. La capacità di accedere ad acque potenti, a connettersi con sacerdoti e sacerdotesse mentalmente, attingere alla forza della natura attorno a sé è davvero molto originale e mi ha colpito moltissimo. Priya è un personaggio ben scritto e stratificato. Costretta a fare i conti con il proprio passato, i suoi poteri e natura e a scegliere cosa è più giusto per lei e le persone che ama, è determinata e testarda e ben caratterizzata nelle sue scelte. Malini spicca allo stesso modo, mostrando a Priya e al lettore le varie maschere che deve usare per poter sopravvivere in un mondo comandato da uomini, dove la sua esistenza è costantemente minacciata. Bhumika, amica di Priya e sorella sacerdotessa, moglie del reggente e potente, è un altro personaggio che mi ha profondamente colpito per la sua determinazione e forza. All’interno della storia sono anche presenti personaggi maschili, come Ashok, Rao, Prem, Rukh, ma sono le donne a spiccare con la loro forza, determinazione e intelligenza. Nonostante come vengano viste dal nuovo regno, come la loro morte viene vista quasi come un destino sacro, le donne del libro sono personaggi determinati, calcolatori, intelligenti e con le idee ben chiare su ciò che vogliono ottenere.

Per quanto riguarda l’aspetto romantico, c’è un lunghissimo slow burn e devo ammettere che il rapporto tra le due giovani donne non mi ha particolarmente colpito. Non ho notato molta chimica tra loro e, se lo sviluppo del rapporto appare abbastanza prevedibile, la storia non avrebbe sentito la mancanza di questo elemento, secondo la mia opinione. Si tratta di due donne con obiettivi ben diversi, unite da necessità e attrazione e affetto, ma il cui rapporto non mi ha molto colpita. Sono, però, curiosa di saperne i suoi sviluppi.

Complessivamente, tra sotterfugi politici, ribellione violenta, magia legata alla terra e personaggi ben complessi, la storia è ben fatta e sviluppata e sono davvero curiosa di leggerne il seguito.

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Le trame del regno- This woven kingdom by Tahereh Mafi Review party

Buongiorno e benvenut* alla mia tappa per Le trame del regno di Tahereh Mafi! Un grazie enorme a Franci per aver organizzato, Dolci per il banner e la casa editrice per la copia in anteprima!

EditoreFanucci

CollanaYoung adult

Pubblicato 02/05/2023

Pagine372

Per il mondo, Alizeh non è altro che un’umile serva, e non l’erede scomparsa dell’antico regno Jinn costretta a nascondere la sua identità. Il principe ereditario Kamran conosce le profezie che annunciano la morte del re, ma può immaginare che la serva dagli occhi misteriosi, la ragazza che non riesce a togliersi dalla testa, sconvolgerà il suo regno e il mondo intero. E mentre gli animi si infiammano e la guerra divampa oltre le mura del palazzo, la posta in gioco diventa sempre più alta…

Perfetto per i fan di Leigh Bardugo e Sabaa Tahir, This Woven Kingdom – Le trame del regno è il primo capitolo di un’epica e romantica serie fantasy ispirata alla mitologia persiana dell’autrice Tahereh Mafi. 

Alizeh non è che per il mondo un’umile serva, che lavora in una grande casa nobiliare e che lotta per sopravvivere facendo anche la sarta nei rari momenti di libertà. Pochi sanno che una Jinn, le cui abilità, la forza, la resistenza e la possibilità di diventare invisibile, tra le varie capacità, sono accuratamente nascoste ai più. Nonostante gli accordi presi dal re Zaal che hanno posto fine alle guerre tra Jinn e gli Argilla, il suo popolo è decimato, preso di mira e lei stessa ha perso ogni cosa. Ormai si è rassegnata a un tipo di vita nel quale poco le resta e le basta. Non importa che sia la regina dell’antico regno Jinn. Eppure cambiamenti incombono all’orizzonte e una sventata aggressione, un atto di pietà e compassione e un inaspettato incontro sono ciò che basta per mettere in moto qualcosa che le stravolgerà per sempre la vita. Kamran è il principe, erede al trono ed è ben consapevole di una profezia che minaccia la morte del re, suo nonno, a causa di una giovane, ma non avrebbe mai potuto immaginare che il suo coinvolgimento e curiosità avrebbe fatto incrociare il suo cammino con quello di una serva bellissima e dagli occhi misteriosi. La sua vita, nel palazzo colmo di ricchezze e agi non potrebbe essere più diversa da quella della giovane e nonostante le responsabilità e il pericolo, Kamran e Alizeh non riescono a non essere attratti l’uno dall’altra, stravolgendo così il destino del loro paese.

Inspirata alla mitologia persiana, Le trame del regno è il primo romanzo di una trilogia fantasy, tra intrighi politici e romanticismo. La storia è narrata da due punti di vista, quello di Alizeh e quello di Kamran, dalle profonde differenze sia di status che di opportunità, le cui vita si incontrano, scontrano e intrecciano in una trama fitta e ben più complicata di ciò che possano immaginare, tra profezie, regni in pericolo e minacce interne ed esterne.

Le trame del regno è un libro che mi è abbastanza piaciuto. Mi ha colpito l’aspetto politico sociale, le ribellioni che minacciano il regno di Ardunia dall’interno e dall’esterno, i nemici politici e come l’autrice sia stata in grado, tramite i due punti di vista, a mostrare il regno da due prospettive ben diverse e con personaggi molto differenti l’uno dall’altra. Alizeh, nonostante le privazioni della sua vita, i lutti e le sofferenze, è una giovane testarda e coraggiosa, determinata a sopravvivere e a cavarsela in un mondo che, sia perché è una serva che perché é Jinn, è determinato a schiacciarla, aggredirla, farle del male. Alizeh è sempre stata costretta e in grado di cavarsela da sola e quando qualcuno di inaspettato riconosce la sua identità e le offre una via di fuga dagli abusi subiti, ogni cosa cambia. Kamran, dall’altro lato, è giovane e testardo, molto tendente all’irascibilità, la cui vita viene stravolta dalla vista della giovane, che non riuscirà più a togliersi dalla testa e che stravolgerà ogni cosa.

Cosa mi è piaciuto del libro? L’aspetto sociale e politico, gli intrighi di corte, le ribellioni in atto che minacciano il regno, la testardaggine e compassione di Alizeh e la sua resilienza, di fronte a ogni tipo di avversità e abusi. Un bel personaggio, ben sviluppato e che matura molto nel corso della storia, diventando sempre più consapevole di chi è e che può fare. Nonostante il finale inaspettato, non vedo l’ora di vedere cosa le accadrà.

Cosa NON mi è piaciuto del libro? Sfortunatamente non ho per niente apprezzato il personaggio di Kamran, che ho trovato inutilmente tendente alla rabbia, con comportamenti incostanti e quasi un’ossessione nei confronti di una giovane intravista una volta soltanto. La presenza di giri di parole infiniti per dire qualcosa, soprattutto nel palazzo e tra reali ha reso la lettura molto lenta in alcuni punti, ma la cosa che mi ha deluso e che ha fatto scendere le stelle che avrei dato al libro è stato l’instalove.

L’instalove è un trope che odio profondamente e che ho trovato ben presente in questo libro. Kamran vede una volta Alizeh e si ossessiona, dapprima credendola una spia intenta a minacciare il regno, poi facendosi sconvolgere dalla sua estrema bellezza che lo porta a sentirsi contrastato nelle scelte che dovrebbe fare per il suo regno. Alizeh e Kamran si innamorano all’improvviso. Non si conoscono, non sanno neanche i nomi l’uno dell’altro quando si baciano la prima volta e la presenza di questa coppia e romanticismo ha decisamente deluso le mie aspettative, perché spunta dal nulla, senza radici e senso.

Non so se continuerò a leggere questa saga, soprattutto per questa coppia che non mi ha minimamente coinvolta.

Pubblicato in: As Travars-Recensioni

Ti auguro ogni bene di Mason Deaver- Review party

Salve e benvenut* alla mia tappa del review party dedicato a Ti auguro ogni bene di Mason Deaver. Un grazie enorme a Franci per aver organizzato l’evento e alla casa editrice per la copia in anteprima che non ha in alcun modo influenzato le mie opinioni.

Disponibile su: 

Ben De Backer ha fatto coming out con i suoi genitori. Risultato: non ha più una casa e deve vivere con la sorella maggiore, Hannah, praticamente un’estranea, e suo marito Thomas, che non ha mai conosciuto. Solo Hannah, Thomas e la sua terapista sanno la verità, mentre a scuola, tra attacchi d’ansia e solitudine, Ben fa di tutto per essere notato il meno possibile. Ma le cose cambiano quando Nathan Allan, uno studente brillante e carismatico, entra nella sua vita. A mano a mano che la loro amicizia si approfondisce, i sentimenti che provano si trasformano e quella che sembrava solo una disastrosa sequenza di eventi potrebbe rivelarsi l’inizio di una nuova vita, felice. Straziante e divertentissimo, Ti auguro ogni bene è un inno alla vita, all’amicizia, all’amore, un folgorante esempio di speranza davanti alle avversità.

Ti auguro ogni bene è il romanzo di debutto di Mason Deaver e decisamente uno dei miei libri preferiti. Sono assolutamente al settimo cielo che sia stato portato in Italia e tradotto davvero bene.

Ben è una persona non binaria. Spint* dal desiderio di dirlo ai genitori e dalla preoccupazione che possa andare storto qualcosa, decide a fare coming out e purtroppo non va come aveva sperato. Cacciat* di casa alla fine dell’anno e costrett* a chiamare la sorella Hannah, con cui non ha rapporti da almeno dieci anni, la vita di Ben è sconvolta. Si ritrova, quindi, a vivere con Hannah e suo marito Thomas, costrett* a frequentare una nuova scuola e una terapista, (sono solo i suoi parenti e la dottoressa a conoscere la verità). Tra attacchi d’ansia e panico, la solitudine e il dolore del tradimento dei genitori, Ben lotta per andare avanti, facendosi più invisibile possibile. Cosa resa abbastanza complicata dallo spumeggiante Nathan Allan, che entra nella sua vita, l* punzecchia, l* spinge ad aprirsi con altre persone e a sentirsi un po’ meno sol*. Quando i sentimenti tra loro diventano un po’ più complicati e intensi, quando i genitori di Ben si fanno nuovamente vivi nella sua vita, Ben si ritrova a lottare tra la tranquilla esistenza che sta lottando per avere e nuove difficoltà. E il diritto, indissolubile, di essere chi vuole essere e amare chi desidera.

Ti auguro ogni bene è un romanzo assolutamente meraviglioso. Il primo romanzo che abbia letto che ha come protagonista una persona non binaria, Mason Deaver ha fatto un ottimo lavoro nell’esprimere le sensazioni provate da Ben, la sua ansia, frustrazione, amarezza, solitudine, in un romanzo che affronta con delicatezza, ma senza mai allontanarsi dalla verità o renderla meno dolorosa, ciò che si intende per abusi da parte dei genitori, psicologici e verbali, come la religione e il bigottismo siano usati per giustificare l’odio e l’ignoranza e quanto doloroso e difficile sia rifarsi una vita. In particolar modo se sei giovane. Lentamente e con difficoltà, Ben impara a circondarsi di persone che l* amano per chi è, per le sue passioni. Tra Mariam, conosciut* online, Nathan e le sue amiche Meleika e Sophie, Hannah e Thomas, Ben riprende a prendersi cura di se stess* ed ad amarsi.

Ti auguro ogni bene è un libro difficile da leggere per i temi affrontati, ma al tempo stesso è un inno alla vita, alla gioia, all’amicizia e all’amore. Bellissimo e straziante e assolutamente consigliato a ogni singola persona.

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Once more upon a time – C’era una volta ancora di Roshani Chokshi- Review party

Benvenut* alla mia tappa dedicata a C’era una volta ancora di Roshani Chokshi. Un grazie enorme a Valeria per aver organizzato l’evento e alla casa editrice per una copia in anteprima che non ha in alcun modo influenzato le mie opinioni.

C’era una volta, in una terra chiamata Fortezza dell’Amore, un re e una regina che si amavano, ma ahimè non più. Se, dopo un anno e un giorno, non avessero ritrovato l’amore che li univa, il loro destino li avrebbe portati a essere banditi dal loro stesso regno. E così fu.

Imelda e Ambrose non ricordano il motivo del loro matrimonio perché, un anno e un giorno prima, Ambrose si recò da una strega barattando il loro amore per la vita di Imelda. Nel giorno in cui sono costretti ad abbandonare il regno, quella stessa strega fa loro visita chiedendo a sua volta un favore. In cambio, promette di realizzare tutti i loro desideri. Non avendo più nulla da perdere, Imelda e Ambrose accettano e si avventurano in un viaggio incantato durante il quale recuperano la memoria e ricordano cosa li fece innamorare la prima volta. Con la fine del loro viaggio sempre più vicina, una nuova decisione li attende: Imelda e Ambrose inseguiranno i loro sogni o sceglieranno di amarsi, ancora una volta?

Molto liberamente ispirato a Le scarpe logorate dal ballo dei fratelli Grimm (Imelda è una delle dodici sorelle danzanti) e mescolando varie favole come Biancaneve, C’era una volta ancora è un romanzo fresco e scorrevole. Si tratta di una storia di meno di 200 pagine, 180 per la precisione, in grado di essere divorata in un pomeriggio. Divertente, senza troppe pretese, è il racconto ideale in cui perdersi per un po’, credendo nell’amore, nella magia e nei mantelli parlanti.

Dopo aver barattato con una strega l’amore per Imelda per poterne salvare la vita, Ambrose e la giovane hanno convissuto senza conoscersi davvero nel loro regno e adesso, nel giorno in cui devono abbandonarlo, la stessa strega fa loro una proposta. Recuperare un elisir in cambio dell’esaudirsi dei loro desideri. Così, senza aver nulla da perdere, i due si imbarcano in un viaggio fatto di mantelli e animali parlanti, inganni e strade dorate, cannibali e streghe con capelli di vetro, scarpe volanti e regni intrappolati in bolle. In questo viaggio incantato impareranno a conoscere meglio se stessi e l’un l’altro, fino alla fatidica scelta. Seguire i propri desideri o riprovare a riaccendere la scintilla del loro amore?

Narrata da due punti di vista, di Imelda e Ambrose, con momenti narrati dalla strega stessa, il lettore impara a conoscerli, i loro desideri, le loro paure, i loro traumi. Imelda desidera la libertà, l’avventura e vuole essere libera da catene e imposizioni, rappresentate dalle scarpe che suo padre, tempo fa, incantava per poter controllare lei e le sue sorelle. Ambrose, invece, figlio di mezzo, ignorato e messo da parte, desidera avere qualcosa di suo, appartenere a qualcosa, importare. Durante il loro viaggio avventuroso, tra pericoli e momenti divertenti, romanticismo e affetto, Imelda e Ambrose, imparano cose su se stessi e il mondo che li circonda, arrivando a comprendere meglio i loro desideri e concludendo tra risate e amore un percorso di crescita e maturità.

Una storia senza pretese, fresca e davvero consigliata a chiunque voglia perdersi per un po’ tra le pagine di una fiaba.

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La catena di spine di Cassandra Clare- review party

Salve e benvenut* alla mia tappa del review party dedicato a “La catena di spine” di Cassandra Clare. Un grazie enorme a Silvia per aver organizzato l’evento e alla casa editrice per la copia in anteprima, che non ha in alcun modo influenzato le mie opinioni.

Cassandra Clare
pubblicato da Mondadori

Cordelia Carstairs ha perso tutto ciò che più contava per lei. Nel giro di poche settimane, infatti, ha visto morire il padre, fallire il piano di diventare la parabatai di Lucie e sgretolarsi il matrimonio con James. E, quel che è peggio, ora si ritrova legata a un antico demone, Lilith. Arrivata a Parigi con Matthew Fairchild, la ragazza spera che le attrazioni notturne della Ville Lumière le facciano dimenticare le sue miserie. Ma la realtà riesce a insinuarsi anche nelle sue giornate parigine quando la raggiungono notizie scioccanti da casa: a quanto pare Tatiana Blackthorn è fuggita dalla Città di Adamante e Londra è sotto scacco del Principe dell’Inferno, Belial.

Dilaniata da sentimenti confusi e contraddittori, Cordelia fa ritorno a Londra, dove di lì a poco un segreto degli Herondale verrà portato alla luce da un nemico inaspettato e l’intera famiglia accusata di una colpa gravissima. Niente potrà forse tornare come prima per Cordelia, anche perché il legame con i suoi vecchi amici sembra ormai deteriorato in modo irrimediabile. Il tempo intanto corre veloce e i piani di Belial stanno per investire come un’onda mortale la ragazza, Lucie, gli Allegri Compagni e tutti gli Shadowhunter. Rimasti a fronteggiare l’esercito di Belial in una Londra infestata dalle ombre, per riuscire a salvare la loro città e le loro famiglie, Cordelia e i suoi amici dovranno radunare tutto il coraggio che possiedono, ingoiare l’orgoglio e imparare nuovamente a fidarsi l’uno dell’altro. Perché se dovessero fallire, potrebbero perdere tutto, comprese le loro anime.

Sono sempre stata fan di Shadowhunters, sin dal primo libro e dopo il finale di La catena di ferro ero molto curiosa di sapere cosa sarebbe accaduto. Cordelia era scappata a Parigi con un Matthew innamorato di lei, dopo aver visto James e Grace abbracciarsi, Lucie era riuscita a riportare in vita Jesse e a stipulare un accordo con Malcom Fade ed erano scappati, lontano dal Conclave e dai genitori di lei. All’inizio del libro troviamo una Cordelia cui è capitato di tutto, un James che si trova dilaniato tra la sorella in probabile pericolo, la moglie e il migliore amico in fuga insieme, Thomas e Alastair che cercano di capire che fare l’uno con l’altro, Ariadne e Anna e la tensione tra di loro e le varie coppie in stato più o meno complicato. Aggiungiamoci il pericolo di Lilith, di cui Cordelia è oramai paladina e per questo non può usare un’arma a meno di invocarla, Belial che continua ad avere piani per Londra e a tormentare James, e la trama è pronta. Tra incursioni in regni demoniaci, morti riportati in vita, una Londra mortale, demoni, lutti improvvisi e via discorrendo, questo libro è il culmine della saga iniziata con La catena d’oro e sbroglia tutti i nodi finora presentatisi.

La catena di spine, insieme ai precedenti libri della trilogia, è un libro che si focalizza essenzialmente, se non in maniera assoluta, sui suoi personaggi e le coppie che si formano al suo interno. Le incomprensioni tra Cordelia, James e Matthew, tra Ariadne e Anna, Thomas e Alastair, tra mancanza di comunicazione, sotterfugi, bugie e complicazioni varie, come genitori omofobi, la situazione sentimentale e i pericoli dovuti a demoni si intrecciano abbastanza nettamente. L’autrice ha saputo presentare molteplici punti di vista, seguendo ogni personaggio nelle sue difficoltà, sentimenti e pensieri, accompagnando coppie che si dovevano formare e riappacificare e completare, altre che avevano del potenziale, ma che non è stato raggiunto e via discorrendo. Per i fan di coppie principali, questo è il libro per voi. Soffrirete quasi fino alla fine, ma dovreste essere soddisfatti. Per i fan di altre coppie…mi dispiace per voi.

All’interno di questo libro i personaggi compiono un percorso di crescita, chiarendosi (FINALMENTE), spiegando incomprensioni e malintesi, riappacificandosi e, dopo problemi durati tre libri, riescono ad ammettere i loro sentimenti una volta e per tutte in maniera chiara e inequivoca. A dirla proprio tutta tutta, solo Lucie e Jesse hanno avuto un percorso facile, in tema di sentimenti e confessioni. E lui era “morto”… Cordelia, Lucie, tutti gli Allegri Compagni si sostengono l’un l’altro, concepiscono piani su piani per salvare le persone che amano, per combattere Lilith e Belial, se stessi e ciò che li circonda, dimostrando un forte legame tra loro, sostenuto da affetto, lealtà e verità.

Dal punto di vista della trama, qui il libro cede, a mio parere. Come scritto in precedenza, questo, come i precedenti, è un libro che si focalizza quasi esclusivamente sulle coppie e i loro problemi e la trama, la lotta contro Belial, Lilith, morti che risorgono e demoni che invadono città, sono presenti quasi nella parte finale del libro, dando un finale affrettato e con spiegazioni, spesso, poco chiare e frettolose. Mescolando sentimentale e battaglie, scontri e momenti di tensione, la storia va avanti, ma non in maniera compatta. Ho trovato scene poco sensate, frettolose, morti, a mio dire, inutili, altre attese, ma risolte in poche righe, sconfitte quasi a casaccio. Non fraintendetemi, sono molto affezionata al mondo Shadowhunters, ma principalmente ai suoi personaggi. Adoro Lucie e Jesse e la dinamica che c’è tra loro, che si sostengono e amano, adoro il percorso compiuto da Alastair nell’ammettere gli abusi subiti e vissuti e il modo in cui accetta Thomas, e poi il resto dei suoi amici, nella sua vita, l’affetto per Cordelia. Così come ho molto amato il rapporto tra Anna e Ariadne e il rifugio trovato l’una nell’altra, il legame tra James e Matthew e gli altri Allegri Compagni, il percorso di redenzione di Grace e l’affetto che la lega al fratello Jesse. Dal punto di vista dei personaggi non ho nulla da dire. A parte una morte che non riuscirò mai a comprendere.

Per quanto riguarda la trama in sé, mi viene quasi da dire che è poco presente. C’è, ma non si vede. Presente, ma inserita a casaccio e non mescolata bene. C’erano dei fili e problematiche da sbrogliare e risolvere e sono state risolte, ma alla fine, non in modo coerente e spesso in maniera affrettata e in modo da avere un “vissero felici e contenti” senza troppi intoppi. Questa è la mia unica lamentela. In un libro di oltre 700 pagine, avrei voluto una trama un po’ più sviluppata, degli scontri più dettagliati, delle sconfitte più “vissute”. Sfortunatamente ciò non è avvenuto e per questo questo libro è, per me, da 4 stelline e non ha il punteggio massimo. 4 stelline per i personaggi.

Pubblicato in: As Travars-Recensioni

My Dear Henry: A Jekyll & Hyde Remix by Kalynn Bayron- HOV Book tour

Hello and welcome to my stop of My Dear Henry book tour! Thank you, Hear Our Voices, for this chance!

A teen boy tries to discover the reason behind his best friend’s disappearance—and the arrival of a mysterious and magnetic stranger—in misty Victorian London, in Kalynn Bayron’s My Dear Henry, a gothic YA remix of Dr. Jekyll & Mr. Hyde, sixth in the Remixed Classics series.

London, 1885. 
Gabriel Utterson, a 17-year-old law clerk, has returned to London for the first time since his life— and that of his dearest friend, Henry Jekyll—was derailed by a scandal that led to his and Henry’s expulsion from the London Medical School. Whispers about the true nature of Gabriel and Henry’s relationship have followed the boys for two years, and now Gabriel has a chance to start again.

But Gabriel doesn’t want to move on, not without Henry. His friend has become distant and cold since the disastrous events of the prior spring, and now his letters have stopped altogether. Desperate to discover what’s become of him, Gabriel takes to watching the Jekyll house.

In doing so, Gabriel meets Hyde, a a strangely familiar young man with white hair and a magnetic charisma. He claims to be friends with Henry, and Gabriel can’t help but begin to grow jealous at their apparent closeness, especially as Henry continues to act like Gabriel means nothing to him.

But the secret behind Henry’s apathy is only the first part of a deeper mystery that has begun to coalesce. Monsters of all kinds prowl within the London fog—and not all of them are out for blood…


Thank you so much, NetGalley, Macmillan Children's Publishing Group and Fiewel and Friend, for the chance to read this book in exchange of an honest review.

TW: attempted rape, sexual assault, homophobia, queerphobia and racism.

Gabriel Utterson is a 17 years old law clerk and he came back to London after a scandal that led his and his best friend, Henry Jekyll, expulsion from the London Medical School. Whispers around the nature of their relationships followed them, but now Gabriel has a chance to start over and to reconnect with his best friend and not only through the letters they exchanged. Only that now Henry seems to be completely different from the boy he knew. Distant, cold, cruel. While trying to understand what changed between them, he encounters a mysterious boy, with a fascinating charisma, who claims to know everything about them. Jealous and afraid, Gabriel starts to investigate, to understand why Henry is now so indifferent and apatic. But when someone gets murdered and the mysterious stranger is accused, everything changes.

Set in a misty Victorian London, My Dear Henry: A Jekull & Hyde Remix is part of the Remixed Classics series and written by the brilliant Kalynn Bayron. The story is told from Gabriel's POV, introducing the reader to his and Henry's lives at London Medical School, their growing relationship and how everything fell apart. Now set years after the scandal that ruined them, Gabriel is determined not to lose Henry again, or, at least, to understand what happening to him and why he's changed so much.
With care and sensitivity, My Dear Henry tackles on racism, queerphobia, sexual assault, attempted rape and power imbalance. Told by a queer Black young man, the story is a remix of Dr Jekyll and Mr Hyde, it's the story of two queer Black people struggling to survive, learn and thrive in a society that reject them, first for their skin color and then for their sexuality. In a Victorian London where Black people where kept at the margins, struggling with works and surviving, Gabriel and Henry fight to be more than society wants them to be. First by learning and studying, then by allowing themselves to be themselves and free.
Dealing also with parental abuse and expectations, this book is brilliantly written and intriguing and, even knowing the story of Dr Jekyll and Mr Hyde, it was really incredible seeing the spin in it and what Hyde represents.

I really loved reading this book. It's a quick read, very engaging and I couldn't stop until the end. Very beautiful and intriguing.





“I burned them, but not before I memorized every line, every loop and curl of your terrible handwriting. I can recite them by date. They are not lost, but they now exist only where I can access them.”

“If he was Hyde, then I would be Seek.”

“There was much to fear. I knew that better than anyone, but I made up my mind in that moment that I would not let it rule me.”

“You were whole, Henry. And I loved you with my entire heart. You were enough just as you were and we are enough as we are- right here, right now.”

We hadn’t disappeared simply because polite London wished us to be invisible. If I wasn’t rendered invisible for loving Henry, I’d be rendered invisible because of the colour of my skin. There was nothing polite about it. “We can exist” I said to him “And we do. We endure because we have no other choice.”

Pubblicato in: As Travars-Recensioni

La notte dei coltelli di Ian C. Esslemont

Salve e benvenut* alla mia tappa del review party dedicato a La notte dei coltelli di Ian C. Esslemont. Un grazie a Valeria per aver organizzato l’evento e alla casa editrice per la copia in anteprima, che non ha influenzato in alcun modo le mie opinioni.

La piccola isola di Malaz e la sua città hanno dato il nome al grande Impero, ma ormai sono poco più di uno squallido porto dimenticato. Stanotte, però, è diverso. Stanotte ci sarà l’apparizione di una Luna d’Ombra, un evento che si verifica una volta sola nell’arco di una generazione e che minaccia la gente di Malaz evocando creature demoniache e presenze oscure. Mentre le fazioni all’interno dell’Impero si preparano alla conquista del Trono imperiale, una creatura antica e potente attacca l’isola. A testimoniare questi eventi catastrofici ci sono Kiska, una giovane e talentuosa ragazza che desidera andarsene dalla città, e Temper, uno stanco veterano. Ognuno di loro avrà un ruolo ben preciso in questo conflitto che determinerà non solo il destino della città di Malaz, ma di tutto l’Impero…
Attingendo dagli eventi descritti nel prologo del famoso fantasy di Steven Erikson, I giardini della LunaNotte dei coltelli è un importante capitolo nella storia dello straordinario mondo di Malaz.

Piccola premessa prima di iniziare la mia recensione. Quando ho deciso di recensire La notte dei coltelli di Ian C. Esslemont, sapevo che era parte di un universo creato antecedentemente da Steven Erikson. Infatti, la storia è ambientata sull’isola di Malaz, durante la notte della Luna d’Ombra. Detto ciò, sono stata rassicurata da più persone, esperte della saga principale, che non avrei avuto problemi, fatta eccezione per qualche riferimento, se avessi letto la saga completa. Penso, però, di aver fatto un errore a tal proposito, perché, mancandomi le basi e l’ambientazione stessa, ho avuto delle difficoltà ad approcciarmi a questo libro.

Ecco la mia opinione. Avevo deciso di recensire questo libro perché attirata dalla storia, che ho trovato intrigante e molto interessante. Una piccola isola, una notte che capita dopo generazioni dove i confini si assottigliano e dove diverse parti lottano per un trono? Cosa c’è di più interessante? Ero pronta a leggere il primo libro e farmi trascinare in questo universo.

La notte dei coltelli è un libro molto breve, si tratta di poco più di 250 pagine, ma che ho trovato estremamente denso e lungo. A parte i riferimenti, poco spiegati o solo accennati a guerre, persone e poteri, cose che si potevano in seguito capire ed altre no (come i Talenti, Canali e compagnia cantante), la storia si svolge in una sola notte, quella della Luna d’Ombra, una notte molto particolare all’interno della quale una serie di fazioni decidono di lottare per riconquistare il Trono. Una notte dove tra fantasmi, demoni, cadaveri animati che parlano, universi che collidono e dimensioni poco separate, tutto può accadere e accade. Protagonisti sono il veterano Temper, che sperava di essersi lasciato tutto alle spalle e che invece di ritrova trascinato in un altro complotto per il Trono e la giovane Kiska, che vuole allontanarsi dall’isola, vedere il mondo e far parte degli Artigli.

EPPURE. Lo stile, la caratterizzazione e il modo in cui tutto si svolge ha reso tutto molto denso, complesso da seguire e difficile da farsi piacere. Ci sono molte descrizioni, solitamente non ho problemi con quelle, ma ci sono volte in cui vengono descritte cose sulle quali si poteva sorvolare e poi frettolosamente alcune sulle quali c’era bisogno di soffermarsi. L’andamento della storia è oscillante. Lento in alcuni punti, corre in altri, ci sono azioni e avvenimenti che si confondono, lasciando me come lettrice indietro, senza riuscire a capire chi, come e cosa.

Dal punto di vista della caratterizzazione non ho trovato molto sviluppo nei personaggi principali e, anzi, ho trovato le loro azioni spesso contraddittorie. Kiska è giovane e talentuosa (di cosa, non si capisce), desidera farsi una vita al di là dell’isola, desidera, siamo onesti, impicciarsi in affari che non le competono e si ritrova a sfuggire a demoni, cadaveri, a dover consegnare messaggi e a ritrovarsi testimone (più o meno) di cose che avrebbe facilmente evitato di assistere, se avesse ascoltato. Da una parte fugge, dall’altra segue e resta…Insomma, un po’ contraddittoria, ma forse è dovuto alla sua età. Poco “giustificabile” è Temper, veterano stanco della guerra, che ormai vuole solo allontanarsi da fazioni di potere e che viene trascinato, e si fa anche trascinare, in lotte e complotti e prese di potere. E che, all’interno di poche pagine, passa dal voler andare a casa a combattere contro un gigante. Poco contraddittorio anche lui.

Inoltre ci sono scene delle quali non ho capito il senso e mi sento di dire che, almeno per la mia modesta opinione, per leggere tale libro è necessario avere una cultura della storia Malazan alle spalle. Avrei tanto voluto amare questo volume, ma l’ho trovato terribilmente lento, poco sviluppato, con avvenimenti poco comprensibili e numerosi riferimenti a cose che non ho compreso appieno o per niente.

Purtroppo le mie stelle sono due, principalmente perché, per una questione di cocciutaggine, sono curiosa ora di leggere la saga principale.

Pubblicato in: As Travars-Recensioni

Truel1f3 di Jay Kristoff- Review party

Salve e benvenut* alla mia tappa del review party dedicato a Truel1f3 di Jay Kristoff. Come sempre, un grazie enorme a Raggy Words per aver organizzato l’evento e alla casa editrice per la copia in anteprima che non ha influenzato in alcun modo le mie opinioni.

Jay Kristoff
pubblicato da Mondadori

Eve e Lemon hanno scoperto la verità su se stesse e l’una sull’altra. Sono cresciute legate da una solida amicizia, ma le recenti rivelazioni hanno messo in crisi il loro rapporto e le hanno allontanate (forse) per sempre. Ora però non c’è tempo per i rimpianti: l’intero Yousay è sull’orlo di una nuova guerra nucleare tra lo sciame della BioMaas Incorporated e l’esercito della Daedalus Technologies. Una situazione in cui nuove e vecchie lealtà saranno messe a dura prova, si formeranno improbabili alleanze e prenderanno corpo inaspettati tradimenti. E non è tutto, perché i sembianti sono determinati a impossessarsi di Libertas, il virus capace di liberare gli androidi dall’obbedienza alle Tre Leggi della robotica. E per farlo c’è bisogno sia di Ana Monrova, la ragazza rapita e conservata in animazione sospesa, sia della sua sembiante, Eve. Solo alla fine si scoprirà chi sono i veri eroi… e potrebbe essere davvero una sorpresa.

Truel1f3 è l’ultimo volume della trilogia di Jay Kristoff, iniziata con Lifel1k3, dove la guerra oramai è alle porte, alleanze sono state formate e l’intero continente di Yousay è in pericoloso per lo scontro tra la BioMass e la Deadalus. Dopo aver percorso parte del continente insieme ai personaggi, il lettore si ritrova a fare i conti con le città di Megopolis e CityHive, tra rapimenti, violenze, segreti e inquietanti mosse. Tra tradimenti, manipolazioni, personaggi diventati pedine di un gioco più grande di loro, non solo Eve, Lemon, Cricket e Ezekiel devono lottare per impedire l’ennesima distruzione del loro pianeta, ma, aiutati da inaspettati personaggi, tra cui Faith, Abraham, anche impedire che vengano creati altri sembianti e che il virus Libertas venga messo in circolazione, annullando le Tre Leggi del tutto, ma con conseguenze non sempre prevedibili.

Tra i tre libri, devo ammettere che Truel1f3 è quello che mi ha deluso di più. Rocambolesco come i precedenti, pieno zeppo di guai inaspettati, alleanze e tradimenti, viaggi e salvataggi all’ultimo minuto, indecisioni e prese di coscienza, i personaggi continuano a crescere, consci delle loro azioni e dalla parte da cui stanno. Almeno alcuni. Ho trovato lo sviluppo della storia abbastanza interessante, soprattutto vedere il conflitto creato in Eve su Ana e sull’obiettivo di Gabriel, la sofferenza di nuovi e vecchi personaggi e il loro cambiamento. Ho davvero apprezzato le interazioni e i legami che si sono formati tra i vari personaggi, come tra Lemon e Grimm, Abraham e Cricket e via discorrendo. Seguirne la crescita e lo sviluppo è stato molto interessante e Truel1f3 è il tipo di libro pieno di colpi di scena, che non sfigura davanti ai suoi precedenti.

Al tempo stesso, nonostante abbia molto apprezzato i personaggi, in particolare la presa di coscienza di Lemon e il suo sviluppo, ci sono state cose che mi hanno un po’ delusa. In particolar modo, ho trovato la risoluzione del conflitto tra le due corporazioni affrettata e poco credibile, così come lo scontro con i sembianti. Tutta la storia, a partire dal primo, anticipava uno scontro finale, un esercito di sembianti, una battaglia tra le due più grandi corporazioni del paese e, nonostante perdite e lutti, ho trovato tutto poco sviluppato. Inoltre, dallo stesso titolo, che rimanda a una realtà virtuale interattiva, mi aspettavo di più e speravo sarebbe stato più approfondito. I personaggi, Eve, in particolare, sembrano, in alcuni momenti, poco coesi e inaspettati nelle loro decisioni, cosa che non rimanda a un’indecisione del personaggio stesso, quando a una confusione generale, a mio parere. Devo, quindi, ammettere di aver trovato questo libro molto frettoloso e poco coeso, soprattutto perché lo sviluppo dei personaggi sembra, in alcuni punti, poco credibile o affrettato e i ruoli costantemente cambiati e stravolti non hanno aiutato.

Purtroppo posso dedicargli solo tre stelline.