
Salve e benvenut* alla mia tappa del blog tour dedicato a Hide di Kiersten White. Un grazie enorme a Silvia per aver organizzato l’evento e alla casa editrice per la copia in anteprima che non ha influenzato in alcun modo le mie opinioni.







Il premio: denaro a sufficienza per rivoluzionare completamente la propria vita.
Anche se gli altri concorrenti sono determinati a vincere – per ritagliarsi un futuro da sogno o sfuggire a un passato che li perseguita -, Mack è sicura di poterli battere tutti. In fondo, ciò che deve fare è nascondersi e lei, fin da bambina, non fa altro. Anzi, è proprio questa la ragione per cui è ancora viva mentre la sua intera famiglia è morta.
Ma, quando capisce che l’eliminazione dei concorrenti nasconde qualcosa di sospetto, Mack comprende che il gioco è molto più sinistro di quanto potesse immaginare e che per sopravvivere sarà necessario unire le forze…

Si tratta di giocare a nascondino in un parco giochi abbandonato da decenni e non essere presi per poter vincere una grossa somma di denaro in grado di rivoluzionare la vita di un* dei quattordici partecipanti. Tutti sono pronti a vincere, anche barando, mentendo e ferendo gli altri, ma, man mano che i concorrenti vengono eliminati, o spariscono in circostanze misteriose, Mack, la protagonista, inizia a capire che qualcosa non va e insieme ad alcuni alleati cerca di scoprire la verità sul luogo in cui stanno giocando e sulle sue regole.
“Hide” è il tipo di romanzo la cui trama mi ha attirata subito. Interessante, accattivante, con un mistero di fondo e che spinge il lettore a continuare a leggere per capire cosa stia succedendo in realtà. Le mie opinioni sul libro sono un po’ ambigue, temo. Non l’ho adorato, né mi sento di condannarlo appieno, quindi farò una lista delle cose che mi sono piaciute e quelle che non ho trovato interessati.
Mi è piaciuta l’ambientazione. Un parco divertimenti abbandonato da decenni, inquietante con le sue giostre malmesse e la natura che ha reclamato spazi, creando nascondigli e zone incolte. Qui si svolge la gara di nascondino e ognuno dei partecipanti si ritrova a vagare, spesso senza direzione, per trovare il luogo adatto per nascondersi e non farsi trovare. Da chi, non lo sanno (E neanche noi).
Lo stile di scrittura è abbastanza ben fatto, coinvolgente e trovo che l’autrice abbia espresso alcune tematiche che riguardano i personaggi, come il senso di colpa, il dolore, la speranza, il rinchiudersi in se stessi evitando contatti con il mondo esterno per evitare di farsi male ed esporsi, abbastanza bene. Non benissimo, però. Ho anche apprezzato la caratterizzazione di alcuni personaggi, quali Mack, Ava, Brandon e LeGrand, che sono quelli “leggermente” un po’ più sviluppati e “completi”.
La trama in sé non è male, incuriosisce, spinge il lettore a continuare, anche se avrei sperato in una direzione diversa.
Passando ora alle cose che non mi sono piaciute, devo per forza parlare ancora della trama. La trama, come detto in precedenza, inizia bene e incuriosisce, ma non ho apprezzato il mistero in sé e la spiegazione, un po’ nebulosa del perché succede quello che succede. L’ho trovata un po’ frettolosa, avrei preferito fosse meglio argomentata e sviluppata. Tipica del “Inizia bene, ma si perde per la via.”
La caratterizzazione. Se mi sono piaciuti i personaggi accennati in precedenza, (ma, solo perché sono un po’ più sviluppati degli altri) l’autrice ha inserito il punto di vista di quasi 15 personaggi, se non di più, evitando, però, di svilupparli e dare loro un background articolato. Alcuni sono stereotipati al massimo, come quelli ossessionati dai media, fitness e dai soldi. I partecipanti hanno i loro punti di vista, ma, alcuni, hanno appena una paginetta o poco più e, fatta eccezione per alcune notizie gettate lì, non sono affatto sviluppati. Abbiamo Jaden che è il “cattivo” della situazione, del quale non conosciamo nulla, o Sydney o Atrius. Avrei preferito ci fossero meno partecipanti e che le loro storie fossero più sviluppate e complete o che il libro fosse stato un po’ più lungo in modo da consentire un loro background. Invece, spesso e volentieri, un personaggio viene introdotto con alcune cose sul suo passato e desideri e poi viene ucciso. Inoltre, pur essendo personaggi che dovrebbero essere adulti, dai dialoghi non sembra affatto così e loro spesso si comportano come teenagers.
Non ho, inoltre, apprezzato gli stereotipi presenti nel libro, come il dare per scontato che una donna sia lesbica perché ha i capelli corti e sia muscolosa o che un’altra abbia geni da psicopatico perché è sopravvissuta a una strage familiare o che una bella d’aspetto fisico sia da sottovalutare. L’elemento sovrannaturale è gettato lì senza essere ben spiegato e se è chiara la rabbia dell’autrice su alcune tematiche, il perpetrare la violenza di alcuni gruppi su altri, l’uso delle armi nelle scuole, lo si capisce più leggendo le note finali che nel libro stesso. O forse sono io che non ho ben compreso, ma davvero il nesso con le armi nelle scuole mi sfugge.
Insomma, ci sono diversi punti che non mi hanno affatto colpita e non riesco a dare oltre le due stelline.

Ecco a voi il calendario! Date un’occhiata alle altre recensioni!
